giovedì 12 ottobre 2017
Da Cheese 2017... un salto a casa Occelli
Non credo che Beppino Occelli abbia bisogno di nessuna presentazione...
Semplicemente, volevo ringraziare per l'accoglienza in casa Occelli.
Beppino e la sua splendida famiglia sono amici della mia famiglia da anni, posso dire di essere cresciuta con i formaggi ed il burro Occelli, ma non solo, anche con la loro amicizia ed il loro affetto.
Ha partecipato a diverse serate Onaf della sezione di Asti, ed è sempre un piacere incontrarlo, anche al di fuori del mondo del formaggio.
Ma casa Occelli a Cheese, almeno per me, è un'oasi di pace e tranquillità, in cui riposarsi per un pò chiacchierando e perchè no, godendosi un bel tagliere di formaggi e un bicchiere di vino, per poi ripartire alla scoperta di nuovi mondi... Purtroppo non ci siamo potuti fermare anche a cena perchè siamo riusciti a prenotare una delle ambitissime conferenze del Consorzio del Parmigiano Reggiano e siamo dovuti scappare!
Un grazie anche a Umberto, che tra le altre cose cura la pagina Facebook di Beppino e che la tiene viva con tante iniziative che fanno sentire ancora di più quanto l'azienda sia "umana" e di casa per tanti clienti.
Semplicemente, volevo ringraziare per l'accoglienza in casa Occelli.
Beppino e la sua splendida famiglia sono amici della mia famiglia da anni, posso dire di essere cresciuta con i formaggi ed il burro Occelli, ma non solo, anche con la loro amicizia ed il loro affetto.
Ha partecipato a diverse serate Onaf della sezione di Asti, ed è sempre un piacere incontrarlo, anche al di fuori del mondo del formaggio.
Ma casa Occelli a Cheese, almeno per me, è un'oasi di pace e tranquillità, in cui riposarsi per un pò chiacchierando e perchè no, godendosi un bel tagliere di formaggi e un bicchiere di vino, per poi ripartire alla scoperta di nuovi mondi... Purtroppo non ci siamo potuti fermare anche a cena perchè siamo riusciti a prenotare una delle ambitissime conferenze del Consorzio del Parmigiano Reggiano e siamo dovuti scappare!
Un grazie anche a Umberto, che tra le altre cose cura la pagina Facebook di Beppino e che la tiene viva con tante iniziative che fanno sentire ancora di più quanto l'azienda sia "umana" e di casa per tanti clienti.

Da Cheese 2017, il formaggi di Valtorta
Con grande ritardo, inizio a parlare delle piccole scoperte fatte a Cheese 2017.
Una di queste è il caseificio di Valtorta, che, quasi nascosto in mezzo ai banchi dei presidi Slow Food, si distingueva per il piattino di assaggio a pagamento. A differenza di molti altri, non c'erano gli assaggi gratuiti (microscopici, e siamo andati il giorno di apertura), e non c'era nemmeno un enorme piatto di degustazione a 5 euro. Ma un bel piatto con un pezzi di stracchino all'antica e mezzo Agrì.
Della famiglia dello stracchino fanno parte varie tipologie di formaggi, tutti derivati dalla stessa “base casearia”: stracchinelli teneri, taleggio, quartirolo, salva, strachitunt e gorgonzola.
Per secoli lo stracchino prodotto in Val Taleggio era considerato il migliore, come sottolinea la prima Guida gastronomica del Touring Club del 1931, e così si cominciò a chiamare con il nome Taleggio tutti i formaggi di quella tipologia, anche se non prodotti in loco e con tecniche leggermente diverse.
Il Presidio dello stracchino all’antica delle Valli Orobiche si propone di valorizzare questo formaggio in via d’estinzione prodotto nelle aree d’origine: la Valle Brembana e quelle confluenti di Serina, Taleggio e Imagna.
E' un formaggio di latte vaccino intero crudo, a coagulazione acido presamica e pasta cruda, molle, grassa e, a differenza dallo stracchino che mangiamo tutti i giorni, stagionatura breve.
Il latte viene inoculato di caglio di vitello; dopo la coagulazione, che dura dai 20 ai 40 minuti, si rompe la cagliata in due fasi successive, sino ad ottenere un coagulo abbastanza soffice e grosso per mantenere tenero il formaggio. Dopo aver versato la pasta nelle fascere il formaggio viene stufato per un giorno e mezzo a circa 20 gradi con un 90% di umidità, sino a che le forme si ricoprono di una leggera muffa bianca.
Grande cura è riservata al controllo della temperatura in quanto se si raffreddano gli stracchini “scappano” cioè si sformano. A questo punto si salano a secco le forme su ogni faccia a distanza di 12 ore e poi si collocano in stagionatura a 6-10 °C. e umidità del 75 %, dove acquistano, dopo almeno una ventina di giorni, grazie all’umidità e alla manipolazione, il tipico inconfondibile sapore. La forma tradizionale è circa 20 cm di lato e alta 4, e pesa tra 1 kg e 1,8 kg, ma vengono realizzate anche forme più piccole. E' un formaggio che sorprende per il suo gusto relativamente complesso, pur avendo una stagionature breve; inizialmente arriva il dolce, seguito poi dal salato e a volte da un lieve piccante.
Un tempo, quando da Valtorta i collegamenti con il fondovalle erano tutt’altro che agevoli, le donne di Valtorta impastavano quella che veniva chiamata "pasta di agro" (oggi Agrì) e la portavano a piedi sui sentieri della montagna dentro gerle e fagotti fino alla vicina Valsassina dove si lavoravano poi i formaggi.
L'Agrì è un piccolo formaggio cilindrico di latte vaccino intero a pasta cruda la cui particolarità è data dalla tecnica di produzione che richiede tre giorni di lavorazione e una speciale manualità da parte del casaro. Dopo una coagulazione acida del latte crudo ottenuta grazie all’innesto con un poco di siero acido conservato dalla lavorazione precedente e l’aggiunta di un poco di caglio, si lascia riposare nel bacile coperto da un telo. Dopo una giornata si fa sgrondare la massa in teli di lino appesi per un altro giorno. Il terzo giorno si mette in fascere da ricotta e si lascia ancora 24 ore.
Quindi si impasta la cagliata, dall’acidità ormai altissima, con un poco di sale, la si manipola fino a formare dei cilindri di tre centimetri di diametro e di circa 50 grammi e posti ad asciugare alcuni giorni.
L’Agrì si consuma tra gli 8 e i 15 giorni, è un formaggio dal sapore dolce, aromatico e dal profumo delicato. La pasta è bianca e morbida nel formaggio fresco, ma diviene più compatta in quello stagionato ed è sempre priva di occhiatura. La crosta, assente nel prodotto fresco, con la stagionatura si trasforma, assumendo un colore variabile dal giallo al grigio.
Noi abbiamo assaggiato un prodotto fresco, e ci ha sorpreso davvero tanto.
L'unico produttore di Agrì è la latteria Valtorta, che è una cooperativa sociale, che permette anche ai 12 allevatori locali di conferire il loro latte e quindi di continuare la tradizione lattiero casearia della zona, altrimenti destinata a perdersi. Valtorta è un paese di 300 anime, in Val Stabina, a circa 900 metri slm, e si trova a pochi passi dal comprensorio sciistico Bobbio- Valtorta. Perchè non cogliere l'occasione e unire lo sci alla degustazione?
www.latteriavaltorta.it


Una di queste è il caseificio di Valtorta, che, quasi nascosto in mezzo ai banchi dei presidi Slow Food, si distingueva per il piattino di assaggio a pagamento. A differenza di molti altri, non c'erano gli assaggi gratuiti (microscopici, e siamo andati il giorno di apertura), e non c'era nemmeno un enorme piatto di degustazione a 5 euro. Ma un bel piatto con un pezzi di stracchino all'antica e mezzo Agrì.
Della famiglia dello stracchino fanno parte varie tipologie di formaggi, tutti derivati dalla stessa “base casearia”: stracchinelli teneri, taleggio, quartirolo, salva, strachitunt e gorgonzola.
Per secoli lo stracchino prodotto in Val Taleggio era considerato il migliore, come sottolinea la prima Guida gastronomica del Touring Club del 1931, e così si cominciò a chiamare con il nome Taleggio tutti i formaggi di quella tipologia, anche se non prodotti in loco e con tecniche leggermente diverse.
Il Presidio dello stracchino all’antica delle Valli Orobiche si propone di valorizzare questo formaggio in via d’estinzione prodotto nelle aree d’origine: la Valle Brembana e quelle confluenti di Serina, Taleggio e Imagna.
E' un formaggio di latte vaccino intero crudo, a coagulazione acido presamica e pasta cruda, molle, grassa e, a differenza dallo stracchino che mangiamo tutti i giorni, stagionatura breve.
Il latte viene inoculato di caglio di vitello; dopo la coagulazione, che dura dai 20 ai 40 minuti, si rompe la cagliata in due fasi successive, sino ad ottenere un coagulo abbastanza soffice e grosso per mantenere tenero il formaggio. Dopo aver versato la pasta nelle fascere il formaggio viene stufato per un giorno e mezzo a circa 20 gradi con un 90% di umidità, sino a che le forme si ricoprono di una leggera muffa bianca.
Grande cura è riservata al controllo della temperatura in quanto se si raffreddano gli stracchini “scappano” cioè si sformano. A questo punto si salano a secco le forme su ogni faccia a distanza di 12 ore e poi si collocano in stagionatura a 6-10 °C. e umidità del 75 %, dove acquistano, dopo almeno una ventina di giorni, grazie all’umidità e alla manipolazione, il tipico inconfondibile sapore. La forma tradizionale è circa 20 cm di lato e alta 4, e pesa tra 1 kg e 1,8 kg, ma vengono realizzate anche forme più piccole. E' un formaggio che sorprende per il suo gusto relativamente complesso, pur avendo una stagionature breve; inizialmente arriva il dolce, seguito poi dal salato e a volte da un lieve piccante.
Un tempo, quando da Valtorta i collegamenti con il fondovalle erano tutt’altro che agevoli, le donne di Valtorta impastavano quella che veniva chiamata "pasta di agro" (oggi Agrì) e la portavano a piedi sui sentieri della montagna dentro gerle e fagotti fino alla vicina Valsassina dove si lavoravano poi i formaggi.
L'Agrì è un piccolo formaggio cilindrico di latte vaccino intero a pasta cruda la cui particolarità è data dalla tecnica di produzione che richiede tre giorni di lavorazione e una speciale manualità da parte del casaro. Dopo una coagulazione acida del latte crudo ottenuta grazie all’innesto con un poco di siero acido conservato dalla lavorazione precedente e l’aggiunta di un poco di caglio, si lascia riposare nel bacile coperto da un telo. Dopo una giornata si fa sgrondare la massa in teli di lino appesi per un altro giorno. Il terzo giorno si mette in fascere da ricotta e si lascia ancora 24 ore.
Quindi si impasta la cagliata, dall’acidità ormai altissima, con un poco di sale, la si manipola fino a formare dei cilindri di tre centimetri di diametro e di circa 50 grammi e posti ad asciugare alcuni giorni.
L’Agrì si consuma tra gli 8 e i 15 giorni, è un formaggio dal sapore dolce, aromatico e dal profumo delicato. La pasta è bianca e morbida nel formaggio fresco, ma diviene più compatta in quello stagionato ed è sempre priva di occhiatura. La crosta, assente nel prodotto fresco, con la stagionatura si trasforma, assumendo un colore variabile dal giallo al grigio.
Noi abbiamo assaggiato un prodotto fresco, e ci ha sorpreso davvero tanto.
L'unico produttore di Agrì è la latteria Valtorta, che è una cooperativa sociale, che permette anche ai 12 allevatori locali di conferire il loro latte e quindi di continuare la tradizione lattiero casearia della zona, altrimenti destinata a perdersi. Valtorta è un paese di 300 anime, in Val Stabina, a circa 900 metri slm, e si trova a pochi passi dal comprensorio sciistico Bobbio- Valtorta. Perchè non cogliere l'occasione e unire lo sci alla degustazione?
www.latteriavaltorta.it
Da Cheese 2017, la degustazione del Consorzio Parmigiano Reggiano
Incredibile ma vero, siamo riusciti ad accaparrarci uno dei pochissimi e ambitissimi posti ad una delle degustazioni del Consorzio Parmigiano Reggiano. Sono gli incredibili vantaggi dell'andare di venerdì...
Siamo stati fortunati anche perchè abbiamo potuto assistere a quella sull'abbinata birra e Parmigiano Reggiano, che è un tema che amiamo particolarmente...
Oltre ad un'introduzione molto interessante sulla stagionatura e sulle differenze tra i vari pezzi di stagionature diverse di Parmigiano Reggiano, ci sono stati serviti assaggi (molto generosi!) di 24, 36 e 50 mesi. Il 50 mesi è un Parmigiano Reggiano piuttosto difficile da reperire se non si è nelle zone del consorzio o se non ci si rivolge ad un negozio di formaggi molto rifornito; è un formaggio particolare, che esalta le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, raggiunge punte di piccantezza che non piacciono a tutti, ma che è l'esempio perfetto di come lo stesso formaggio, con diverse stagionature cambi e possa sembrare addirittura un altro formaggio.
Per me che amo i sapori forti è stata un'esperienza davvero impagabile.
Le birre in abbinata poi non erano birre qualsiasi, ma quelle del piccolo birrificio Clandestino di Livorno, che sono molto particolari, e che già da sole richiedono "concentrazione" per essere apprezzate al meglio, e qui sono state messe alla prova da del Parmigiano Reggiano davvero prepotente per il suo carattere!
E' stata un a bellissima conclusione di serata, la ciliegina sulla torta ad una giornata piena e molto appagante!

Siamo stati fortunati anche perchè abbiamo potuto assistere a quella sull'abbinata birra e Parmigiano Reggiano, che è un tema che amiamo particolarmente...
Oltre ad un'introduzione molto interessante sulla stagionatura e sulle differenze tra i vari pezzi di stagionature diverse di Parmigiano Reggiano, ci sono stati serviti assaggi (molto generosi!) di 24, 36 e 50 mesi. Il 50 mesi è un Parmigiano Reggiano piuttosto difficile da reperire se non si è nelle zone del consorzio o se non ci si rivolge ad un negozio di formaggi molto rifornito; è un formaggio particolare, che esalta le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, raggiunge punte di piccantezza che non piacciono a tutti, ma che è l'esempio perfetto di come lo stesso formaggio, con diverse stagionature cambi e possa sembrare addirittura un altro formaggio.
Per me che amo i sapori forti è stata un'esperienza davvero impagabile.
Le birre in abbinata poi non erano birre qualsiasi, ma quelle del piccolo birrificio Clandestino di Livorno, che sono molto particolari, e che già da sole richiedono "concentrazione" per essere apprezzate al meglio, e qui sono state messe alla prova da del Parmigiano Reggiano davvero prepotente per il suo carattere!
E' stata un a bellissima conclusione di serata, la ciliegina sulla torta ad una giornata piena e molto appagante!
martedì 12 settembre 2017
Cheese 2017
Quest'anno Cheese festeggia i suoi 20 anni!!
L'evento dedicato al formaggio organizzato da slow food a Bra dal 15 al 18 settembre dedicherà questa edizione evento ai formaggi a latte crudo e ai formaggi naturali, cioè prodotti senza l'utilizzo di fermenti industriali.
Nella scorsa edizione, del 2015, i visitatori sono stati 270.000, per più di 300 espositori da 23 nazioni diverse.
Siamo tutti curiosi di sapere come sarà quest'edizione! Come assaggiatrice Onaf e blogger studierò tutto con grande cura e poi ne farò un bel resoconto.. so già che sarà una giornata stupenda! Per me sarà l'8 edizione (8 su 10 mi pare un ottimo record, non posso certo lamentarmi!!!).
Io ci andrò venerdì 15, e voi?
Per i programmi vi rimando l sito ufficiale, che racconta anche qualcosa della storia di Cheese. Mi raccomando, ricordate che i parcheggi sono gratuiti e numerosi, e le navette (che fanno ininterrottamente spola) per il centro sono a pagamento, il servizio è davvero efficiente e ben organizzato.
Se poi volete continuare il week end a tema formaggio, il 16 e il 17 c'è la sagra internazionale del gorgonzola... don't miss it out!
ecco le info per Cheese: http://cheese.slowfood.it/
e qualche notizia anche su Gorgonzola https://prolocogorgonzola.it/events/19-sagra-nazionale-del-gorgonzola/
L'evento dedicato al formaggio organizzato da slow food a Bra dal 15 al 18 settembre dedicherà questa edizione evento ai formaggi a latte crudo e ai formaggi naturali, cioè prodotti senza l'utilizzo di fermenti industriali.
Nella scorsa edizione, del 2015, i visitatori sono stati 270.000, per più di 300 espositori da 23 nazioni diverse.
Siamo tutti curiosi di sapere come sarà quest'edizione! Come assaggiatrice Onaf e blogger studierò tutto con grande cura e poi ne farò un bel resoconto.. so già che sarà una giornata stupenda! Per me sarà l'8 edizione (8 su 10 mi pare un ottimo record, non posso certo lamentarmi!!!).
Io ci andrò venerdì 15, e voi?
Per i programmi vi rimando l sito ufficiale, che racconta anche qualcosa della storia di Cheese. Mi raccomando, ricordate che i parcheggi sono gratuiti e numerosi, e le navette (che fanno ininterrottamente spola) per il centro sono a pagamento, il servizio è davvero efficiente e ben organizzato.
Se poi volete continuare il week end a tema formaggio, il 16 e il 17 c'è la sagra internazionale del gorgonzola... don't miss it out!
ecco le info per Cheese: http://cheese.slowfood.it/
e qualche notizia anche su Gorgonzola https://prolocogorgonzola.it/events/19-sagra-nazionale-del-gorgonzola/
lunedì 19 giugno 2017
Serata birre e formaggi al Citabiunda
Tra le mie tante passioni culinarie, due spiccano tra le altre.. quella per i formaggi e quella per le birre artigianali.
Parlando di birre artigianali ci sarebbe tanto da dire, ma mi limito a dire che uno dei miei microbirrifici preferiti è, per mia fortuna e gioia, a pochi passi da casa mia. E' il Citabiunda, che compie 10 anni e che secondo me è un piccolo gioiello, a cominciare dalla location... Si trova nei locali della vecchia scuola elementare della località bricco di Neive, in collina, ma appena si arriva in cima al bricco appunto, lo si vede lì, qualche decina di metri sotto alla cresta della collina, quasi protetto dalle alture circostanti. Ci si prepara con la mente a soffrire il caldo, perchè in estate è con questo criterio che si valutano i posti, e invece no. E' un angolo di paradiso, ventilato alla sera nell'ora dell'aperitivo, ma quando l'aria potrebbe iniziare a dare fastidio, magicamente cala. Non saprei dire come funzioni, probabilmente c'è un enorme condizionatore che ricopre tutta la borgata, ma tant'è.
Oltre a questo, in questi splendidi locali che hanno ancora il sapore di scuola, grazie alla pianta dell'edificio che non è stata toccata, e alla presenza di moltissime lavagne di scuola (quelle mezze nere e mezze a quadretti, ve le ricordate?), c'è una fonte magica di birre meravigliose.
A crearle è Marco Marengo, il mastro birraio del Citabiunda, che dopo anni di esperienza all'estero (così, per dirne un paio...le sue mani hanno lavorato all'interno della Guinness, nei templi trappisti del Belgio, e, prima di mettersi in proprio, al birrificio Baladin), decide di lanciarsi nel settore dei microbirrifici quando in italia li si poteva contare sulle dita di una mano (o quasi).
Insomma, pronti via, si parte e Marco mette su un impianto disegnato da lui, che nasce in parte dall'esperienza del mondo del vino di cui questa zona è ricca, e in parte dalla voglia di creare qualcosa di taylor-made. Per dirvi tutto quello che ci ha raccontato Marco, ci vorrebbe proprio lui, quindi vi consiglio di farci un giro...
Qui si brassano 12 birre nel corso dell'anno (a volte anche qualcuna di più, a seconda dell'ispiraizone di stagione...) e 4 a rotazione le trovate alla spina. Tutte tranne una, che alla spina c'è solo in occasioni speciali, e finalmente ho saputo perchè, dato che si tratta della mia preferita e ogni volta che vado e non la trovo alla spina, dopo un primo attimo di sofferenza, ordino la bottiglia da 75 cl... il motivo è semplice e "materiale", dato che, per farla semplice, è una birra che si deteriora molto servita alla spina e se si apre il fusto alla sera e non lo si finisce, al mattino è inservibile.
Tornando al punto, Marco e Stefano hanno accettato di organizzare una serata con l'Onaf di Asti, nel corso della quale non solo ci hanno fatto visitare il birrificio rispondendo a mille e più domande, ma si sono poi prestati al gioco degli abbinamenti che tanto ci piace fare.
Sono stati serviti 4 formaggi in abbinata (o scontro) a 4 birre alla spina, dopodichè ci hanno deliziati con gnocchi alle cozze e blu di capra accompagnati dalla birra che abbiamo preferito.
La prima abbinata era tra la mozzarella di bufala del caseificio Moris e la birra Sensuale (che è un omaggio alla grande tradizione monacale belga. Fresca al palato, agrumata, vinosa, molto equilibrata e mai etilica nonostante la gradazione, dotata di un finale dolciastro e femminile, dove l'utilizzo del lievito da Champagne gioca un ruolo di primo piano sul risultato finale. Caratteristiche: grado plato 18 , alc. 7% vol. Birra d'Abbazia Ambrata, alta fermentazione). In questa abbinata la mozzarella di bufale, lattica e fresca, delicatissima la palato, è stata un pò sovrastata dalla Sensuale.
A seguire ci sono stati serviti i 3 formaggi, Testun di vacca stagionato 1 anno del Caseificio Roggero, robiola di Roccaverano (100% capra) di Cà del ponte, e Tuma d'fè, (100% pecora) dell'azienda agricola Draps. Le birre sono arrivate in sequenza, fresche e appena spillate; è stato proposto un abbinamento per ciascun formaggio con una birra specifica, ma volendo li si poteva provare tutti con tutte le birre.
Le altre birre servite sono state:
La German Session, una belgian pale ale, fruttata, citrica e speziata, ha un carattere leggermente maltato, qui è stata brassata con aggiunta di lime e zenzero. Appartiene ad uno stile di birre molto facili da bere, con un delicato amaro erbaceo nel finale ed una gradazione alcolica contenta che la rende fresca e dissetante. alc. 5% vol.
La Serpica, una bionda corposa, piena ed elegante. Discretamente luppolata, fruttata, con un finale lungo ed avvolgente: l'aggiunta in bollitura di lime la rende leggermente citrica lasciandola, però, molto beverina ed amabile nonostante la gradazione. Disponibile in fusto e in bottiglia 0,75 l.
Caratteristiche: grado plato 18, alc. 7,8% vol. Birra bionda doppio Malto, alta fermentazione.
La Milf, color marrone scuro, spillata a carboazoto o a pompa, dove i protagonisti indiscussi sono i luppoli e gli amari americani, caratteristici per il loro agrumato. Importante ed evidente la presenza dei malti tostati, che apportano note di caffè e una leggera acidità per "pulire" il palato nel finale.
Caratteristiche: grado plato 16, alc. 6,8% vol.. Cascadian Dark Ale alta fermentazione.
L'accoppiata, secondo l'onaf, più particolare è stata quella tra la Milf e la Tuma d'Fè: due caratteri forti e decisi che come in molti matrimoni vanno d'accordo perchè riescono a tenersi testa a vicenda!
Per concludere la serata, sono stati serviti dei magnifici gnocchi al blu di capra con le cozze ( on in alternativa con le nocciole) che sono stati abbinati, da me, alla Serpica.
Noi golosoni abbiamo anche voluto assaggiare una pizza fatta con il lievito madre che si tramanda da circa 6 anni e che è stato fatto partendo dai derivati della fermentazione della birra; la pizza ha una lievitazione lenta, di 36 ore, e non solo è fragrante e saporita, ma è anche digeribilissima.
Cercate nelle foto la mia birra preferita... vi dò un aiutino... è l'unica in bottiglia!
Vi lascio, spero, con la curiosità di andare al Citabiunda ad assaggiare queste favolose birre e anche qualcuno dei loro golosissimi piatti. I formaggi, se non proprio questi, sono sempre disponibili e potrete provare i vari abbinamenti e trarre le vostre personali conclusioni.
In fondo per noi è stato un gioco, in cui non c'è un abbinamento giusto o uno sbagliato, quindi perchè non farlo anche di proprio iniziativa con un paio di amici?
Per le descrizioni delle birre mi sono (ovviamente) avvalsa del sito del Citabiunda, dove trovate anche molte informazioni sul birrificio e le descrizioni di tutte le altre birre. Ah, s evi trovate a New York e volete assaggiare una delle birre di Marco, andate da Dean&deLuca, la troverete lì!
http://www.birrificiocitabiunda.it/it/index.asp
Parlando di birre artigianali ci sarebbe tanto da dire, ma mi limito a dire che uno dei miei microbirrifici preferiti è, per mia fortuna e gioia, a pochi passi da casa mia. E' il Citabiunda, che compie 10 anni e che secondo me è un piccolo gioiello, a cominciare dalla location... Si trova nei locali della vecchia scuola elementare della località bricco di Neive, in collina, ma appena si arriva in cima al bricco appunto, lo si vede lì, qualche decina di metri sotto alla cresta della collina, quasi protetto dalle alture circostanti. Ci si prepara con la mente a soffrire il caldo, perchè in estate è con questo criterio che si valutano i posti, e invece no. E' un angolo di paradiso, ventilato alla sera nell'ora dell'aperitivo, ma quando l'aria potrebbe iniziare a dare fastidio, magicamente cala. Non saprei dire come funzioni, probabilmente c'è un enorme condizionatore che ricopre tutta la borgata, ma tant'è.
Oltre a questo, in questi splendidi locali che hanno ancora il sapore di scuola, grazie alla pianta dell'edificio che non è stata toccata, e alla presenza di moltissime lavagne di scuola (quelle mezze nere e mezze a quadretti, ve le ricordate?), c'è una fonte magica di birre meravigliose.
A crearle è Marco Marengo, il mastro birraio del Citabiunda, che dopo anni di esperienza all'estero (così, per dirne un paio...le sue mani hanno lavorato all'interno della Guinness, nei templi trappisti del Belgio, e, prima di mettersi in proprio, al birrificio Baladin), decide di lanciarsi nel settore dei microbirrifici quando in italia li si poteva contare sulle dita di una mano (o quasi).
Insomma, pronti via, si parte e Marco mette su un impianto disegnato da lui, che nasce in parte dall'esperienza del mondo del vino di cui questa zona è ricca, e in parte dalla voglia di creare qualcosa di taylor-made. Per dirvi tutto quello che ci ha raccontato Marco, ci vorrebbe proprio lui, quindi vi consiglio di farci un giro...
Qui si brassano 12 birre nel corso dell'anno (a volte anche qualcuna di più, a seconda dell'ispiraizone di stagione...) e 4 a rotazione le trovate alla spina. Tutte tranne una, che alla spina c'è solo in occasioni speciali, e finalmente ho saputo perchè, dato che si tratta della mia preferita e ogni volta che vado e non la trovo alla spina, dopo un primo attimo di sofferenza, ordino la bottiglia da 75 cl... il motivo è semplice e "materiale", dato che, per farla semplice, è una birra che si deteriora molto servita alla spina e se si apre il fusto alla sera e non lo si finisce, al mattino è inservibile.
Tornando al punto, Marco e Stefano hanno accettato di organizzare una serata con l'Onaf di Asti, nel corso della quale non solo ci hanno fatto visitare il birrificio rispondendo a mille e più domande, ma si sono poi prestati al gioco degli abbinamenti che tanto ci piace fare.
Sono stati serviti 4 formaggi in abbinata (o scontro) a 4 birre alla spina, dopodichè ci hanno deliziati con gnocchi alle cozze e blu di capra accompagnati dalla birra che abbiamo preferito.
La prima abbinata era tra la mozzarella di bufala del caseificio Moris e la birra Sensuale (che è un omaggio alla grande tradizione monacale belga. Fresca al palato, agrumata, vinosa, molto equilibrata e mai etilica nonostante la gradazione, dotata di un finale dolciastro e femminile, dove l'utilizzo del lievito da Champagne gioca un ruolo di primo piano sul risultato finale. Caratteristiche: grado plato 18 , alc. 7% vol. Birra d'Abbazia Ambrata, alta fermentazione). In questa abbinata la mozzarella di bufale, lattica e fresca, delicatissima la palato, è stata un pò sovrastata dalla Sensuale.
A seguire ci sono stati serviti i 3 formaggi, Testun di vacca stagionato 1 anno del Caseificio Roggero, robiola di Roccaverano (100% capra) di Cà del ponte, e Tuma d'fè, (100% pecora) dell'azienda agricola Draps. Le birre sono arrivate in sequenza, fresche e appena spillate; è stato proposto un abbinamento per ciascun formaggio con una birra specifica, ma volendo li si poteva provare tutti con tutte le birre.
Le altre birre servite sono state:
La German Session, una belgian pale ale, fruttata, citrica e speziata, ha un carattere leggermente maltato, qui è stata brassata con aggiunta di lime e zenzero. Appartiene ad uno stile di birre molto facili da bere, con un delicato amaro erbaceo nel finale ed una gradazione alcolica contenta che la rende fresca e dissetante. alc. 5% vol.
La Serpica, una bionda corposa, piena ed elegante. Discretamente luppolata, fruttata, con un finale lungo ed avvolgente: l'aggiunta in bollitura di lime la rende leggermente citrica lasciandola, però, molto beverina ed amabile nonostante la gradazione. Disponibile in fusto e in bottiglia 0,75 l.
Caratteristiche: grado plato 18, alc. 7,8% vol. Birra bionda doppio Malto, alta fermentazione.
La Milf, color marrone scuro, spillata a carboazoto o a pompa, dove i protagonisti indiscussi sono i luppoli e gli amari americani, caratteristici per il loro agrumato. Importante ed evidente la presenza dei malti tostati, che apportano note di caffè e una leggera acidità per "pulire" il palato nel finale.
Caratteristiche: grado plato 16, alc. 6,8% vol.. Cascadian Dark Ale alta fermentazione.
L'accoppiata, secondo l'onaf, più particolare è stata quella tra la Milf e la Tuma d'Fè: due caratteri forti e decisi che come in molti matrimoni vanno d'accordo perchè riescono a tenersi testa a vicenda!
Per concludere la serata, sono stati serviti dei magnifici gnocchi al blu di capra con le cozze ( on in alternativa con le nocciole) che sono stati abbinati, da me, alla Serpica.
Noi golosoni abbiamo anche voluto assaggiare una pizza fatta con il lievito madre che si tramanda da circa 6 anni e che è stato fatto partendo dai derivati della fermentazione della birra; la pizza ha una lievitazione lenta, di 36 ore, e non solo è fragrante e saporita, ma è anche digeribilissima.
Cercate nelle foto la mia birra preferita... vi dò un aiutino... è l'unica in bottiglia!
Vi lascio, spero, con la curiosità di andare al Citabiunda ad assaggiare queste favolose birre e anche qualcuno dei loro golosissimi piatti. I formaggi, se non proprio questi, sono sempre disponibili e potrete provare i vari abbinamenti e trarre le vostre personali conclusioni.
In fondo per noi è stato un gioco, in cui non c'è un abbinamento giusto o uno sbagliato, quindi perchè non farlo anche di proprio iniziativa con un paio di amici?
Marco Marengo che ci spiega il funzionamento dell'impianto di bollitura |
il menù della serata |
La Sensuale con la sua bella schiuma |
Robiola di Roccaverano di capra, Testun di vacca e Tuma d'Fè di pecora e, sullo sfondo, delle German Session |
la Milf (anzi, la mezza Milf, dopo il primo assalto...) |
Serpica e Sensuale appena spillate |
Gnocchi al blu di capra con le cozze |
Gnocchi al blu di capra con le nocciole |
La pizza pomodorini, bufala e guanciale croccante con... ? la birra misteriosa! |
Per le descrizioni delle birre mi sono (ovviamente) avvalsa del sito del Citabiunda, dove trovate anche molte informazioni sul birrificio e le descrizioni di tutte le altre birre. Ah, s evi trovate a New York e volete assaggiare una delle birre di Marco, andate da Dean&deLuca, la troverete lì!
http://www.birrificiocitabiunda.it/it/index.asp
giovedì 27 aprile 2017
Amsterdam e i suoi formaggi.
Amsterdam è conosciuta per vari motivi, uno dei quali (di certo non il principale però) è per la produzione di formaggi.
In Olanda c'è un altissimo consumo di formaggio pro capite, si arriva a circa 14 kg (di solo formaggio, non il totale dei latticini, in quanto solo di yogurt in Olanda se ne consuma una media di 20 kg), e per questo gli olandesi sono detti teste di formaggio.Ancora lontani dai 26 kg pro capite dei francesi, ma diciamo che si possono già definire degli intenditori...
Gli olandesi però, non solo consumano molto formaggio, ma ne producono anche diverse varietà, alcune delle quali sono poco più che formaggio "da tavola", mentre altre rientrano a tutto diritto nelle eccellenze casearie.
I ma i più tipici sono sicuramente quelli a pasta dura o semidura. Forse avete già avuto occasione di assaggiare una fetta di Gouda, il più celebre dei formaggi olandesi, ma farne esperienza nel paese di produzione può rivelarvi quanto complesso sia questo prodotto.
Il "Gouda Holland I.G.P." è un simbolo della cultura casearia olandese sviluppatasi nel Medioevo e che già nel XVII secolo, il Secolo d'oro, aveva raggiunto la piena maturità. Il formaggio commercializzato a Gouda ha ottenuto fin dal XVIII secolo l'indicazione di formaggio Gouda. Successivamente l'indicazione è stata associata a tutti i formaggi grassi di forma cilindrica piatta prodotti in Olanda. Partendo dalla produzione nelle fattorie e passando per i caseifici locali, il Gouda Holland è divenuto un prodotto nazionale che gode di reputazione a livello mondiale e costituisce un elemento importante e stabile nella valorizzazione del latte di fattoria. All'inizio del XX secolo sono state introdotte norme nazionali di legge per il formaggio di Gouda e la denominazione Gouda Holland è stata ulteriormente valorizzata dalla “decisione sulla qualità agricola per i prodotti caseari”
Il Gouda è un formaggio di latte vaccino, a pasta semidura dalla forma cilindrica a facce piane, con peso di circa 15 kg ed un tasso di materia grassa del 48 % che arriva anche fino al 52 %. La crosta è liscia, asciutta e pulita, la pasta morbida, di colore giallo-avorio con occhiatura regolare per dimensioni ma irregolare nella distribuzione.
Del solo Gouda esistono 4 sottocategorie perchè, così come molti formaggi olandesi, è classificato secondo la stagionatura: jong o giovane (1 mese), belegen (4 mesi), oud o vecchio (10 mesi) e overjarig o maturo (un anno e più).
Con il passare del tempo, il Gouda diventa da cremoso a strutturato, acquistando un profumo sempre più intenso.
Il prezzo ovviamente cambia notevolmente in base alla stagionatura, ma è inutile dire che vi troverete davanti formaggi molto diversi tra loro.
Troverete poi i piccoli Gouda colorati che io ho soprannominato "da battaglia": sono quelli per turisti, poco stagionati, che pesano circa 300/400 grammi e sono aromatizzati alle erbe, all'aglio, e altre cose simili.
Oltre alle varietà di Gouda, nei Paesi Bassi si possono trovare delizie casearie che raramente varcano i confini della campagna. Il Geitenkaas o formaggio di capra è un prodotto a pasta semidura di un bel color bianco, ideale a fette o gratinato. Riconoscibile per i buchi, il Maasdammer è dolce al palato e somiglia all'Emmentaler, il formaggio svizzero. Il delizioso e cremoso Boerenkaas o formaggio dei fattori è prodotto con latte fresco non pastorizzato. Paragonato agli altri formaggi a pasta erborinata, il Bleu de Grave o Blauw Delft ha un gusto ricco e piuttosto dolce. Esistono poi formaggi insaporiti con erbe e spezie come chiodi di garofano, semi di senape, ortiche e cumino, ma ho visto anche formaggi al pesto, al wasabi, alla lavanda e altre diavolerie...
Ad esempio poi, Beemster è stato il primo polder olandese ad essere ricavato da un lago; l'acqua venne estratta dal lago attraverso l'uso di mulini a vento. Il polder Beemster venne creato nel periodo tra il 1609 ed il 1612. Sono stati preservati intatti l'ordine dei campi, strade, canali, argini ed insediamenti, tutti impostati secondo progetti in stile classico e rinascimentale. Parallelamente alla griglia delle strade si è sviluppata una griglia di canali. Il polder di Beemster ospita CONO Kaasmakers, famoso nel mondo per la produzione del formaggio di marca Beemster. Questa azienda venne creata nel 1901 per produrre formaggio solo con il latte unico prodotto sul posto, ed è esportato in tutta Europa, ma anche in Cina, Giappone e Stati Uniti. Se volate in Olanda con KLM è possibile che a bordo mangerete un panino di pane nero biologico farcito con insalata di Beemster.
Una nota particolare è rappresentata dal Commissiekaas, il cui nome francese, Mimolette, (molto più conosciuto nel mondo) sta per “semi-molle” ed indica la consistenza della pasta durante la lavorazione. nella produzione francese è chiamato anche “boule de Lille” (cioè “palla” per la sua forma rotondeggiante), o “vieux Hollande” (Vecchia Olanda), dato che nacque proprio nei Paesi Bassi al confine con la regione di Lille.
La produzione iniziò nel XVII secolo: durante il regno di Luigi XIV il ministro Colbert proibì tutte le importazioni dall’estero, quindi anche dai Paesi Bassi. I contadini francesi iniziarono quindi a produrre il loro Mimolette, che nel corso dei secoli si differenziò da quello olandese fino a superarlo in fama. In Olanda comunque la produzione continua ed è facile vedere queste forme sferiche appese nei negozi di formaggi in giro per la città.
Il colore arancione tipico di questo formaggio proviene da un colorante naturale (l'annatto) ricavato dalla pianta Bixa orellana. Le asperità della crosta derivano dalla presenza, favorita dal casaro in sede di produzione, di acari del formaggio (Tyroglyphus casei).
Il miglior periodo di degustazione va da aprile a settembre, dopo una maturazione variabile tra sei settimane e due anni. Il gusto del Commissiekaas / Mimolette giovane assomiglia a quello del Parmigiano. A seconda dell'invecchiamento si trovano sul mercato forme giovani (3 mesi), a medio invecchiamento (6 mesi), invecchiate (12 mesi) e stravecchie (24 mesi).
In tutta Amsterdam ci sono negozi di formaggi che hanno una sezione di museo del formaggio, che vi stupiranno per i loro grandi assortimenti, per le varietà strane e strampalate e per il grande affollamento. Come ovunque ad Amsterdam, il personale è molto cortese e disponibile, e se andate oltre le domande da turisti vi sapranno consigliare nella degustazione e nell'acquisto. Solitamente in frontiera non ci sono problemi, ma potete chiedere consiglio sulle quantità nei negozi, che sono organizzati per spedire anche all'estero i vostri acquisti.
Per ora vi lascio con qualche foto, in seguito degusteremo i nostri acquisti...
giovedì 23 marzo 2017
L'alveare che dice sì, ovvero la ruche qui dit oui.
Oggi vi parlo di un progetto che mi ha conquistata e che è solo in parte legato al mondo del formaggio...
L'alveare che dice sì è un progetto che sta prendendo piede in italia, sulla scia, in questo caso, della Francia. L'alveare nasce nel 2011 e arriva in Italia, a Torino per la precisione, nel 2014.
E' un progetto di filiera corta che si sviluppa prevalentemente on-line, per quanto riguarda la fase di scelta e di acquisto, ma il ritiro avviene in un determinato luogo una volta alla settimana. In questo modo ritirando i prodotti vedi e conosci i produttori, hai la possibilità di vedere e assaggiare i loro prodotti, così che la settimana successiva magari vedendo un determinato articolo ti si accenderà la lampadina!
I prodotti sono tanti, non solo freschi come ortofrutta, ma anche salumi (volendo anche confezionati sottovuoto), farine, conserve dolci e salta, sale, zafferano e, ovviamente formaggi. I produttori si alternano e mentre alcuni sono presenti a tutte le vendite, altri lo sono a settimane alterne o una sola volta al mese, quindi ogni volta che si accede a una vendita potenzialmente si possono trovare produttori e prodotti diversi.
I prodotti sono tutti localissimi; la regola stabilisce che siano entro i 250 km, ma nel 99% dei casi si sta entro i 10/15 km. Fanno eccezione, per ora, gli agrumi e l'olio.
Io sono membro già da qualche tempo e ho già effettuato degli ordini, e stasera mi recherò all'alveare a ritirare il mio ordine della settimana che include anche un formaggio, di cui vi parlerò includendo anche alcune foto dell'alveare (tempo permettendo, perchè ad ora diluvia!!).
Nell'alveare di Asti ronzano circa 300 iscritti, e spero che si ingrandirà sempre di più e più in fretta; più iscritti attivi ci sono, più saranno i produttori, e più sarà bello e piacevole fare la spesa all'alveare. In fondo, è un pò come cliccare on-line sul sito di un supermercato, solo che anzichè acquistare prodotti della GDO acquistiamo prodotti a km0, come quelli che troveremmo al mercato, ma già pesati, confezionati e imbustati per noi, lì pronti ad attenderci.
L'alveare che dice sì è un progetto che sta prendendo piede in italia, sulla scia, in questo caso, della Francia. L'alveare nasce nel 2011 e arriva in Italia, a Torino per la precisione, nel 2014.
E' un progetto di filiera corta che si sviluppa prevalentemente on-line, per quanto riguarda la fase di scelta e di acquisto, ma il ritiro avviene in un determinato luogo una volta alla settimana. In questo modo ritirando i prodotti vedi e conosci i produttori, hai la possibilità di vedere e assaggiare i loro prodotti, così che la settimana successiva magari vedendo un determinato articolo ti si accenderà la lampadina!
I prodotti sono tanti, non solo freschi come ortofrutta, ma anche salumi (volendo anche confezionati sottovuoto), farine, conserve dolci e salta, sale, zafferano e, ovviamente formaggi. I produttori si alternano e mentre alcuni sono presenti a tutte le vendite, altri lo sono a settimane alterne o una sola volta al mese, quindi ogni volta che si accede a una vendita potenzialmente si possono trovare produttori e prodotti diversi.
I prodotti sono tutti localissimi; la regola stabilisce che siano entro i 250 km, ma nel 99% dei casi si sta entro i 10/15 km. Fanno eccezione, per ora, gli agrumi e l'olio.
Io sono membro già da qualche tempo e ho già effettuato degli ordini, e stasera mi recherò all'alveare a ritirare il mio ordine della settimana che include anche un formaggio, di cui vi parlerò includendo anche alcune foto dell'alveare (tempo permettendo, perchè ad ora diluvia!!).
Nell'alveare di Asti ronzano circa 300 iscritti, e spero che si ingrandirà sempre di più e più in fretta; più iscritti attivi ci sono, più saranno i produttori, e più sarà bello e piacevole fare la spesa all'alveare. In fondo, è un pò come cliccare on-line sul sito di un supermercato, solo che anzichè acquistare prodotti della GDO acquistiamo prodotti a km0, come quelli che troveremmo al mercato, ma già pesati, confezionati e imbustati per noi, lì pronti ad attenderci.
giovedì 2 marzo 2017
Un San Valentino formaggioso
Premessa. Solitamente non festeggio San Valentino.
Però al Citabiunda di Neive il martedì, mercoledì e giovedì, nella stagione invernale, fanno raclette e vacherin. Siamo andati a dicembre e le macchine per la raclette erano tutto occupate, quindi ci siamo goduti il vacherin, ma volevamo riprovare per la raclette, quindi abbiamo colto la palla al balzo e siamo andati per San Valentino.
Che dire, raclette servita con patate di montagna cotte al sale, pane fatto in casa e un tagliere di affettati ricercati e fuori dal comune.
Il tutto innaffiato dalle ottime birre del Citabiunda. Il vero regalo me lo hanno fatto loro, perché la mia amata Biancaneive era disponibile anche alla spina!
Se volte assaggiare una raclette servita con la macchina classica svizzera, e se volete bere ottima birra, vi suggerisco di provarla!
Non c'è molto da dire sul formaggio Raclette che già non si sia detto...
Leggenda vuole che il formaggio da raclette vallesano (del canton vallese in Svizzera) sia stato creato in un vigneto delle Alpi in un giorno piovigginoso. Nonostante la rigida temperatura, i viticoltori lavoravano nei loro vigneti. A mezzogiorno si radunarono attorno al fuoco per riscaldarsi e riprendere le forze. Estrassero dallo zaino pane, vino e un pezzo di formaggio. Ma uno di loro, di nome Léon, aveva una gran voglia di un pasto caldo. Siccome però non aveva stoviglie a disposizione, scaldò il formaggio direttamente sulla fiamma e dopo averlo grattato con un coltello lo spalmò sul pane: ecco come nacque la raclette! (il termine “raclette”, infatti, deriva dal vocabolo francese “racler” che significa “raschiare”).
Il raclette è un formaggio da latte vaccino a pasta semidura, ad alta proprietà fondente, ha occhiatura scarsa di medie dimensioni, gusto delicato ma saporito, fruttato, e vegetale. La pasta è liscia, soffice e cremosa; la crosta è regolare e presenta un morchia naturale di colore bruno-arancione.
È consumato dopo 2-3 mesi di stagionatura.
Tipicamente viene prodotto in forme basso cilindriche del peso di circa 4/6 kg.
Ne esistono varietà affumicate, oppure aromatizzate con pepe, vino bianco o erbe aromatiche. Originario del Vallese (quello Vallese ha la DOP), viene prodotto anche in Savoia, France Comtè e Bretagna. Al di fuori dell'Europa è prodotta in Québec (Canada) e in Australia.
Leggenda vuole che il formaggio da raclette vallesano (del canton vallese in Svizzera) sia stato creato in un vigneto delle Alpi in un giorno piovigginoso. Nonostante la rigida temperatura, i viticoltori lavoravano nei loro vigneti. A mezzogiorno si radunarono attorno al fuoco per riscaldarsi e riprendere le forze. Estrassero dallo zaino pane, vino e un pezzo di formaggio. Ma uno di loro, di nome Léon, aveva una gran voglia di un pasto caldo. Siccome però non aveva stoviglie a disposizione, scaldò il formaggio direttamente sulla fiamma e dopo averlo grattato con un coltello lo spalmò sul pane: ecco come nacque la raclette! (il termine “raclette”, infatti, deriva dal vocabolo francese “racler” che significa “raschiare”).
Il raclette è un formaggio da latte vaccino a pasta semidura, ad alta proprietà fondente, ha occhiatura scarsa di medie dimensioni, gusto delicato ma saporito, fruttato, e vegetale. La pasta è liscia, soffice e cremosa; la crosta è regolare e presenta un morchia naturale di colore bruno-arancione.
È consumato dopo 2-3 mesi di stagionatura.
Tipicamente viene prodotto in forme basso cilindriche del peso di circa 4/6 kg.
Viene anche a voi l'acquolina in bocca solo a vederlo? E' facile fare la raclette a casa propria, anche se non si ha la macchina apposita; potete tranquillamente usare una bistecchiera o il forno (con il solo grill in alto acceso) e far sciogliere il formaggio per poi grattarne la parte superiore. Non scordatevi di mangiare la crosta: quando è croccante e abbrustolita è una vera delizia!
Quando compro il Raclette per fare la raclette, se ne avanza (cosa rara) lo metto volentieri anche sulla pizza. E' un accostamento insolito ma che potrebbe sorprendervi!
Anche dentro le gallettes bretonnes (le crepes salate per intenderci) o in mezzo a un toast saprà farsi apprezzare!
la cloche à fromage di Strasburgo
Mi ero ripromessa di condividere l'esperienza alla cloche à fromage di Strasburgo, e ora, anche se in grosso ritardo, ve ne voglio parlare.
E' un pò la mecca europea degli appassionati di formaggio, un ristorante piccolo piccolo, con una campana (cloche appunto) per formaggi grande grandissima che occupa quasi metà del locale!!!
In estate ci sono alcuni tavolini fuori che aumentano la capienza, ma se andate a Strasburgo e volete provare la cloche... beh, prenotate!!
iniziamo dicendo che la cloche à fromage di base è un negozio di formaggi. E' il gotha dei negozi di formaggio. Anche questo non è enorme (credo che a Strasburgo gli affitti non scherzino!), ma ha un assortimento invidiabile, proveniente non solo dalla Francia ma da tutta Europa, che ovviamente varia in base alle stagioni ma che comprende centinaia di formaggi. offrono il servizio prenotazioni e volendo creano anche dei piatti secondo le vostre richieste (verticali, oppure degustazioni di un certo territorio,...), fanno consegna a domicilio (in bici!) per voglie improvvise di formaggio anche in ufficio o per una cena organizzata all'ultimo.

Che dire poi delle confezioni? meravigliose, iniziano ad appagare lo sguardo già prima del gusto. Della qualità non parlo nemmeno, produttori verificati e selezionati, forme assolutamente verificate e.. ah, non l'ho detto? La famiglia Tourette, di base, è una famiglia di affinatori. E quindi, beh, diciamo che sui loro prodotti ci mettono la faccia!
Di fronte ad uno dei negozi del centro di Strasburgo c'è il ristorante, dove appunto troneggia la cloche à fromage più grande del mondo (è nel guinness dei primati!). Due misure due, per darvi l'idea: è alta 1,80 metri per un diametro di 1,5 metri, e pesa 800 kili. In più è climatizzata internamente con un sistema di regolazione igrometrica che consente di conservare al meglio i 100 (numero massimo) formaggi che sono al suo interno, e che sono disposti su piani rotanti in marmo.

E tutto questo già basterebbe... o forse no? Perchè è un ristorante, e si deve pur mangiare! Qui troverete esclusivamente piatti a base di formaggio. Taglieri di formaggio già proporti nel menù o fatti secondo vostre indicazioni, dei quali potete scegliere il numero di formaggi. Raclette e Fondue per le quali è a disposizione un maitre fromagier che, dopo che avrete scelto, ad esempio, se la Raclette la volete con il formaggio Raclette, con il Morbier o con altro, verrà a chiedervi indicazioni e vi darà spiegazioni; maitre fromagier che dopo che avrete scelto il tipo di formaggio per la fondue vi spiegherà in cosa consiste la sua ricetta e vi chiederà se va bene o se preferite apportare delle modifiche (ad esempio sul tipo di alcool utilizzato). poi arrivano gli accompagnamenti, che come spesso accade sono a volontà, e poi alla fine arriverà lui, il maitre fromagier, con il vostro ordine. E vi dirà che la crosta del formaggio usato per la raclette è la parte migliore quando è bella arrostita, vi spiegherà come gestire il fornelletto della fondue e vi inviterà a chiamarlo per qualsiasi necessità e, quando starete già sbavando pregustandovi il primo boccone, vi dirà.."ovviamente sia la fondue che la raclette sono à volontè, quindi non fatevi problemi a chiederne ancora!". le parole più dolci mai sentite!!!
Ahimè però non siamo riusciti a chiedere il bis nè di una nè dell'altra, perchè l'unica regola del ristorante è che ogni commensale ordini un piatto principale. Ed essendo la fine della vacanza, ed avendo mangiato molto prima, non eravamo nelle condizioni ottimali per chiedere il bis...
ma ritorneremo.... ;-)
Non voglio fare pubblicità a questo posto, ma è davvero degno di nota per chi come me ama i formaggi, e dato che l'ho scoperto quasi per caso, non vorrei avere sulla coscienza qualcuno che va a Strasburgo e se lo perde!!!
Invece questo si, vi consiglio di visitare Starsburgo che è davvero stupenda, l'alta stagione è nel periodo natalizio perchè è famosissima per i suoi mercatini di Natale, ma se andate in estate come noi costa pochissimo (rispetto al solito) e ci sono giornate meravigliose. Non è più calda di altre città e merita davvero di essere vista. Dedicatele 3 o 4 giorni, e se avete bambini considerata una tappa ad Europapark che è a meno di un'ora di strada, così sono tutti contenti! E se vi volete fare un regalo, e vi volete concedere un hotel di LUSSO (tutto maiuscolo), contattatemi, noi abbiamo avuto un'esperienza favolosa!
Le immagini sono in parte tratte dal sito che potete visitare qui: http://www.fromagerie-tourrette.com/
Vi faccio notare che di negozi ce ne sono altri sparsi per la Francia, quindi se capitaste in zona...
E' un pò la mecca europea degli appassionati di formaggio, un ristorante piccolo piccolo, con una campana (cloche appunto) per formaggi grande grandissima che occupa quasi metà del locale!!!
In estate ci sono alcuni tavolini fuori che aumentano la capienza, ma se andate a Strasburgo e volete provare la cloche... beh, prenotate!!
iniziamo dicendo che la cloche à fromage di base è un negozio di formaggi. E' il gotha dei negozi di formaggio. Anche questo non è enorme (credo che a Strasburgo gli affitti non scherzino!), ma ha un assortimento invidiabile, proveniente non solo dalla Francia ma da tutta Europa, che ovviamente varia in base alle stagioni ma che comprende centinaia di formaggi. offrono il servizio prenotazioni e volendo creano anche dei piatti secondo le vostre richieste (verticali, oppure degustazioni di un certo territorio,...), fanno consegna a domicilio (in bici!) per voglie improvvise di formaggio anche in ufficio o per una cena organizzata all'ultimo.


Che dire poi delle confezioni? meravigliose, iniziano ad appagare lo sguardo già prima del gusto. Della qualità non parlo nemmeno, produttori verificati e selezionati, forme assolutamente verificate e.. ah, non l'ho detto? La famiglia Tourette, di base, è una famiglia di affinatori. E quindi, beh, diciamo che sui loro prodotti ci mettono la faccia!
Di fronte ad uno dei negozi del centro di Strasburgo c'è il ristorante, dove appunto troneggia la cloche à fromage più grande del mondo (è nel guinness dei primati!). Due misure due, per darvi l'idea: è alta 1,80 metri per un diametro di 1,5 metri, e pesa 800 kili. In più è climatizzata internamente con un sistema di regolazione igrometrica che consente di conservare al meglio i 100 (numero massimo) formaggi che sono al suo interno, e che sono disposti su piani rotanti in marmo.


E tutto questo già basterebbe... o forse no? Perchè è un ristorante, e si deve pur mangiare! Qui troverete esclusivamente piatti a base di formaggio. Taglieri di formaggio già proporti nel menù o fatti secondo vostre indicazioni, dei quali potete scegliere il numero di formaggi. Raclette e Fondue per le quali è a disposizione un maitre fromagier che, dopo che avrete scelto, ad esempio, se la Raclette la volete con il formaggio Raclette, con il Morbier o con altro, verrà a chiedervi indicazioni e vi darà spiegazioni; maitre fromagier che dopo che avrete scelto il tipo di formaggio per la fondue vi spiegherà in cosa consiste la sua ricetta e vi chiederà se va bene o se preferite apportare delle modifiche (ad esempio sul tipo di alcool utilizzato). poi arrivano gli accompagnamenti, che come spesso accade sono a volontà, e poi alla fine arriverà lui, il maitre fromagier, con il vostro ordine. E vi dirà che la crosta del formaggio usato per la raclette è la parte migliore quando è bella arrostita, vi spiegherà come gestire il fornelletto della fondue e vi inviterà a chiamarlo per qualsiasi necessità e, quando starete già sbavando pregustandovi il primo boccone, vi dirà.."ovviamente sia la fondue che la raclette sono à volontè, quindi non fatevi problemi a chiederne ancora!". le parole più dolci mai sentite!!!
Ahimè però non siamo riusciti a chiedere il bis nè di una nè dell'altra, perchè l'unica regola del ristorante è che ogni commensale ordini un piatto principale. Ed essendo la fine della vacanza, ed avendo mangiato molto prima, non eravamo nelle condizioni ottimali per chiedere il bis...
ma ritorneremo.... ;-)
Non voglio fare pubblicità a questo posto, ma è davvero degno di nota per chi come me ama i formaggi, e dato che l'ho scoperto quasi per caso, non vorrei avere sulla coscienza qualcuno che va a Strasburgo e se lo perde!!!
Invece questo si, vi consiglio di visitare Starsburgo che è davvero stupenda, l'alta stagione è nel periodo natalizio perchè è famosissima per i suoi mercatini di Natale, ma se andate in estate come noi costa pochissimo (rispetto al solito) e ci sono giornate meravigliose. Non è più calda di altre città e merita davvero di essere vista. Dedicatele 3 o 4 giorni, e se avete bambini considerata una tappa ad Europapark che è a meno di un'ora di strada, così sono tutti contenti! E se vi volete fare un regalo, e vi volete concedere un hotel di LUSSO (tutto maiuscolo), contattatemi, noi abbiamo avuto un'esperienza favolosa!
Le immagini sono in parte tratte dal sito che potete visitare qui: http://www.fromagerie-tourrette.com/
Vi faccio notare che di negozi ce ne sono altri sparsi per la Francia, quindi se capitaste in zona...
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